martedì 5 maggio 2009

QUEI "MONETARI" SOLO DI NOME...

Il primo post (operativo) di questo blog vorrei dedicarlo ad uno sgradito fenomeno che, da quasi due anni, funesta alcuni di quei piccoli risparmiatori che dall’estate del 2007, nella speranza di mettere al riparo i propri risparmi da una delle crisi finanziarie più pesanti dell’ultimo secolo, hanno avuto la malaugurata idea di scegliere come porto “sicuro” per le proprie sostanze taluni fondi comuni (o comparti di Sicav) monetari (o di liquidità). Peraltro, tale fenomeno ha colpito pesantemente anche quei piccoli risparmiatori i quali, avendo sempre avuto un’elevata avversione al rischio avevano, negli ultimi anni, scelto i fondi di liquidità come “valida” (?) alternativa agli asfittici rendimenti dei conti correnti bancari. E’ bene specificare come, sebbene non esista una definizione avente valore legale di fondo ( o comparto) “monetario” o “di liquidità”, tali categorie di fondi sono state sempre ed univocamente caratterizzate (tanto dagli studiosi di economia dei mercati finanziari quanto dagli stessi operatori del mercato…primi tra tutti le società di investimento che collocavano tali fondi) da investimenti in titoli obbligazionari (solitamente di stati sovrani con elevato rating e/o istituzioni bancarie sovranazionali) con scadenza a breve o brevissimo termine (tipicamente da sei mesi a due anni), nonchè in depositi bancari e pronti contro termine.
Insomma tali strumenti finanziari, per la loro bassa rischiosità si sono sempre rivolti a quei piccoli risparmiatori “avversi” all’investimento in azioni o che, comunque, desiderano investire una parte anche ingente dei propri risparmi su assets orientati ad un guadagno “sicuro”, sebbene piuttosto esiguo. Tanto per fare qualche esempio, sui siti internet (nonché sui prospetti informativi) di alcuni degli intermediari che pubblicizzano questi fondi (o comparti di Sicav) si leggevano (e si leggono ancora !), associati ai fondi di seguito emarginati, locuzioni di questo tipo: “Difesa del capitale”, “Esposizione al rischio prudente” ( dal prospetto semplificato di Axa AWF US Libor Plus); “Rischiosità bassa”, “Sono possibili lievi oscillazioni a breve termine, ma nel medio lungo periodo NON ci sono aspettative di perdite di capitale” “Profilo dell’investitore: orientato alla sicurezza” (dal sito internet di DWS Investment e dal prospetto semplificato di DWS Invest Euro Reserve). Orbene, il comparto US Libor Plus della Sicav Axa AWF il 19/07/07 perdeva in un solo giorno il 12,6 % (!!!) e chiudeva l’anno solare con una perdita superiore al 30% con le sottoscrizioni al comparto sospese. Niente male per un fondo che prometteva ai potenziali investitori una “esposizione al rischio prudente”.
Nel caso di cui sopra, si aveva a che fare con un comparto che, seppur collocato presso gli investitori come uno strumento finanziario a basso rischio, dichiarava esplicitamente, nel prospetto informativo, di investire in ABS statunitensi (Gli ABS o Asset Backed Securities sono strumenti finanziari emessi in seguito ad operazioni di cartolarizzazione prevalentemente - ma non solo - di mutui ipotecari), ovvero quegli assets che, incorporando anche mutui cd. subprime, per primi hanno innescato la terribile crisi che tuttora imperversa sui mercati.
La vicenda del DWS Invest Euro Reserve, invece, è ulteriormente emblematica e, agli occhi di chi scrive, da luogo a non poche perplessità. La classe NC del comparto di cui sopra, dopo essersi per anni comportata come un normale fondo monetario (o di liquidità), nel mese di settembre 2008, improvvisamente andava incontro a performance negative sprofondando di oltre il 12% tra il quarto trimestre 2008 ed il primo trimestre 2009 e generando perdite rovinose per quei piccoli investitori che avevano scelto il comparto proprio per il suo carattere difensivo e la sua attitudine a non generare perdita alcuna, se non lieve e a breve termine. Al 30 aprile 2008, tuttavia, (Fonte: Morning Star), il comparto ha perso l’8,49 % da inizio anno e persino chi fosse entrato sul fondo 5 anni orsono, oggi sarebbe in perdita di uno 0,49%. Un “brusco tonfo”, come definito dal “IlSole24Ore” che lo stesso giornale, in un recente articolo, spiega con la vendita di asset illiquidi (a qualsiasi prezzo) di fronte ad un’ondata di riscatti. Tale ricostruzione, seppur attendibile, appare poco approfondita in quanto, a parer di chi scrive, non va alla radice del fenomeno. Pur ammettendo un’improvvisa forte richiesta di riscatto delle quote da parte degli investitori (a settembre 2008), infatti, non si spiega come mai un fondo come l’Euro Reserve che dovrebbe essere, per l’appunto, “di liquidità” aveva, al momento della richiesta dei riscatti, degli asset “illiquidi”. Pur volendo prescindere dal fatto che occorrebbe capire se è stata proprio l’ondata di riscatti a causare il calo del fondo o se il fondo è calato per altre cause determinando poi l’effetto riscatto (tra il 30 giugno 2008 ed il 30 dicembre 2008 il patrimonio del comparto è passato da 1.340.425.642,77 € a 595.580.460,47 €), è forse utile andare a vedere quali erano le tipologie di strumenti su cui il fondo era investito prima della terribile caduta.
Il bilancio semestrale del comparto, al 30 giugno 2008, evidenziava l’investimento in crediti cartolarizzati su mutui (ABS ed MBS). Andando poi a scorrere la lista dei titoli che componevano il patrimonio del fondo si nota che una cospicua parte di esso era costituito da obbligazioni bancarie a lunga scadenza. Facendo un calcolo sulla somma delle quote percentuali del patrimonio del comparto emerge il dato per cui, al 30 giugno 2008, il 48,66% del patrimonio medesimo era investito in obbligazioni (in buona parte corporate e bancarie) con scadenza superiore al 2010. Si nota altresì la presenza di titoli obbligazionari con scadenza al 2094, 2064, 2054 e 2042. Così come emerge in modo evidente il fatto che il patrimonio fosse investito in titoli obbligazionari emessi da banche. Banche che, meno di tre mesi dopo, sarebbero state sull’orlo del crack poiché travolte dalla crisi dei mutui cartolarizzati sub prime come Citigroup, Bank of America, Barclays, UBS, HSBC Bank e (ciliegina sulla torta) Royal Bank of Scotland (istituto bancario letteralmente “crollato” sotto i colpi della crisi in atto ed attualmente sotto il controllo pubblico del Governo inglese). La medesima composizione di portafoglio apparirebbe sostanzialmente confermata anche nello stato patrimoniale del comparto al 30 dicembre 2008. Orbene, come è possibile che nel pieno di una crisi finanziaria (purtroppo) epocale, innescata dai mutui cartolarizzati un gestore detenesse, nel bilancio di un fondo collocato sul mercato e pubblicizzato sul sito internet come a “rischiosità bassa”, proprio dei mutui cartolarizzati ? Come è possibile che un fondo “di liquidità” che, da prospetto informativo, dovrebbe avere una residua durata media dei titoli su cui investe non superiore a dodici mesi, incorpori, per quasi la metà del proprio patrimonio, obbligazioni a scadenza superiore a due anni ? Come è possibile che, alla vigilia di un crollo del sistema bancario che (purtroppo) verrà ricordato negli annali della finanza, un gestore di un fondo che avrebbe dovuto investire nel mercato monetario (magari in titoli di Stato a breve scadenza) sia esposto, in maniera importante, su titoli obbligazionari di banche come se fosse un (ben più rischioso) fondo obbligazionario di tipo “corporate” ? E ancora: questi titoli sono stati acquistati sui mercati regolamentati o direttamente da controparti private ? Se il fondo fosse stato investito per buona parte in BOT (et similia), titoli di stato a breve scadenza, pronti contro termine e depositi bancari avrebbe dovuto scontare, nelle medesime forme, la grave crisi di liquidità che il gestore afferma di aver dovuto subire ? Forse gli ABS e gli altri crediti cartolarizzati, su cui il fondo era investito in modo rilevante, hanno la stessa illiquidità di un BOT o di un qualunque altro titolo di stato quotato sui mercati regolamentati ?
Pur volendo prescindere da siffatti, inquietanti interrogativi non si può fare a meno di notare come risulti piuttosto "inusuale" ed "atipico" che un fondo collocato come “Monetario” o “di liquidità” risulti prevalentemente investito in mutui cartolarizzati ed obbligazioni bancarie nel bel mezzo di una crisi finanziaria terribile come quella in attualmente in atto. Si può affermare con sicurezza che gli investitori siano stati “adeguatamente informati” circa la reale ed effettiva rischiosità del comparto e sugli strumenti finanziari su cui, specificamente, il comparto poteva investire, nonché sull’attitudine di questi ultimi a rispettare il livello di rischio “affermato” dalla Sicav al momento della stipula del contratto di sottoscrizione di quote ?
Non è superfluo ricordare come il nuovo articolo 21 del Testo Unico della Finanza disponga che i “soggetti abilitati” (definizione in cui rientrano anche le Sicav) nella prestazione di servizi ed attività di investimento, devono, tra l’altro, “utilizzare comunicazioni pubblicitarie corrette, chiare e non fuorvianti” a tacer del generale obbligo di comportarsi “con diligenza, correttezza e trasparenza, per servire al meglio l’interesse dei clienti e per l’integrità dei mercati”.
Orbene, vedere venduto con l’appellativo “di liquidità” un comparto di Sicav che, con un patrimonio di oltre un miliardo di Euro (dati al 30 giugno 2008) raccoglie certamente i patrimoni di centinaia di migliaia di risparmiatori europei; scoprire sul sito della stessa Società di investimento che il comparto suddetto opera sul mercato monetario (dunque acquistando strumenti “del mercato monetario”) investendo titoli di durata residua media non superiore ad un anno; sentirsi poi garantire che il fondo può accusare “lievi oscillazioni” e che “non ci sono aspettative di perdite di capitale” e poi, infine, scoprire che, all’esito di perdite superiori al 12% in pochi mesi, questo stesso fondo incorpora mutui cartolarizzati ed obbligazioni bancarie nel bel mezzo di una delle crisi più violente (innescata proprio da uno scellerato eccesso di cartolarizzazioni) che nell’ultimo secolo hanno colpito il sistema finanziario, qualche perplessità la genera.
Tuttavia, dal momento che questo blog NON E’ certo un banco d’accusa bensì un luogo virtuale di chiarimento e confronto sereno, sarà davvero apprezzato un eventuale intervento che la stessa DWS personalmente voglia svolgere per rispondere alle domande poste sopra. Sarà un piacere poter pubblicare integralmente qualsiasi intervento chiarificatore della Società interessata.

HABEMUS BLOG.... LEGAL BLOG !

I rigoristi perdoneranno la formula sacramentale utilizzata per titolare questo primo post. Essa tuttavia ha una sua ragion d'essere laddove si consideri che lo strumento del Blog (definito da Wikipedia come una particolare tipologia di sito internet, gestito e mantenuto da un soggetto che regolarmente posta in esso commenti, esperienze, descrizioni di eventi, od altro materiale), diffuso su scala mondiale ed avente ad oggetto gli argomenti più disparati non ha avuto, fino ad oggi, fortuna nel settore del diritto. Ovviamente il discorso è limitato all'Italia, dal momento che, all'estero, e specialmente negli U.S.A., i Legal Blogs (altrimenti conosciuti come Blawgs) sono diffusissimi e rappresentano quasi una sorta di "must" per ogni Avvocato. Ma a cosa serve un Legal Blog ? E poi, c'era proprio bisogno di un Legal Blog in Italia?
Volendo rispondere alla prima domanda, personalmente ritengo che il Legal Blog (oltre ad avere la caratteristica precipua di trattare di Diritto) finisca, alla fin fine, per assumere la funzione che il Blogger stesso (l'autore) gli attribuisce. Si possono trattare argomenti di Diritto in molti modi e mirando a rivolgersi ai più disparati interlocutori. E allora vediamo di chiarire "a cosa serve" questo Legal Blog che ho deciso di chiamare, con poca fantasia (lo ammetto!), "Affari & Diritto". L'argomento (o meglio gli argomenti) oggetto di trattazione saranno quelli indicati nel sottotitolo del Blog stesso. Si va dal Diritto dei contratti e dei consumatori fino a tematiche di Diritto Commerciale & Societario e, più nello specifico, di Diritto Bancario e dei Mercati Finanziari (materie a me molto care essendo animato da una grande passione per esse). In fondo sono un Avvocato civilista che svolge la propria attività in favore di persone fisiche e società; è dunque naturale che questo Legal Blog rifletta sostanzialmente l'attività che quotidianamente svolgo fuori e dentro le aule dei Tribunali. Il poco fantasioso titolo è giustificato dal fatto che è sotto gli occhi di tutti la circostanza per cui, nella società odierna, il Diritto "è guidato" dagli Affari. Ciascuno di noi, quando si rivolge ad un Avvocato civilista lo fa per ottenere (possibilmente!) un beneficio patrimoniale. Anche la richiesta di tutela di quei diritti cd. "indisponibili" che entrano in ballo in cause di diritto familiare ovvero relative ai diritti della personalità, mette capo, quasi sempre, in via più o meno accentuata, a rivendicazioni di natura patrimoniale. In effetti, materie di studio quali l'Analisi Economica del Diritto servono proprio a rappresentarci come (si consenta la volgarizzazione) "le leggi seguono il denaro" (e non viceversa!), o meglio: "gli affari". Nascono nuove attività economiche, nuovi modi di guadagnare denaro ed ecco nuove norme pronte a regolamentarle.
Se, tuttavia, chi legge potrebbe dirsi tentato di disinteressarsi alla tematica pensando che "Affari & Diritto" sia un binomio di esclusivo interesse per un imprenditore, mi vedo costretto a contraddirlo subito facendo presente che, nell'ottica di chi scrive, un "affare" può esser rappresentato anche dall'acquisto di un certo numero di Bond argentini da una Banca (ma qui più che di "affare", si consenta l'ardire vista la giurisprudenza pressoché univoca, dovremmo parlare di "fregatura"!) e questi Bond possono essere acquistati tanto da un imprenditore, quanto da un pensionato! Dunque la mia intenzione è quella di toccare, con cadenza più o meno regolare, argomenti che possano interessare sia l'imprenditore, sia colui che non ha mai fatto impresa in vita sua. Argomenti i quali, risultando in buona parte il frutto di esperienze professionali del sottoscritto, costituiscono il pane quotidiano della sua attività. Premesso questo e spiegato qual'è il contenuto di questo "Legal Blog", occorre chiedersi qual'è il fine... cosa voglio farci con questo Legal Blog"? L'idea è chiara: vorrei creare un punto di incontro, di riflessione ed anche di dibattito (è possibile fare commenti, ovviamente non denigratori e diffamatori nei confronti di chicchessia) con il CITTADINO (sia esso imprenditore o meno). L'oggetto di questi post sarà costituito, pertanto, sia da novità in campo legislativo e giurisprudenziale, sia da notizie, avvertimenti, raccomandazioni, considerazioni (ecc.) le quali, senza avere la pretesa di ambire ad una consulenza legale (SIA CHIARO!) possono ad ogni modo aiutare chi legge a districarsi nella vasta giungla di abusi quotidiani a cui si è sottoposti da parte di soggetti "più forti". Ecco .... si dice a volte che noi Avvocati abbiamo "il pelo sullo stomaco" o che "ne vediamo di cotte e di crude"; ebbene, essendo ciò (in parte) vero mi piacerebbe altresì che questo Blog, nel suo piccolo, svolgesse un SERVIZIO PER IL CITTADINO. ....con tutti i limiti di rigore ed esaustività che, tuttavia, può avere un mezzo come questo. Insomma, valga l’assunto che queste pagine possano, al massimo, costituire un primo orientamento per chi legge, esse non potranno tuttavia, in alcun modo, sostituire il servizio di consulenza personalizzata che può essere erogato solo da un professionista abilitato (in carne ed ossa): sia esso Avvocato, Notaio, Commercialista, Revisore, ecc. .
Due ultime, doverose precisazioni. Questo Blog, nei casi in cui verranno citate Società od Enti NON intende in alcun modo rappresentare un banco d'accusa nei confronti di qualcuno. Esso porrà, al limite, dubbi ed interrogativi (sempre supportati da una preventiva e scrupolosa opera di documentazione da parte di chi scrive) al fine di stimolare un dibattito ed una riflessione. Dunque, sarà più che mai apprezzato, da parte di Società od Enti che si ritenessero "criticate" nelle loro attività, intervenire ufficialmente su questo spazio per puntualizzare, precisare e chiarire le proprie posizioni. Questi interventi, in ossequio allo spirito che anima questo spazio, oltre ad esser più che bene accetti saranno oggetto di pubblicazione INTEGRALE.
Ultima precisazione, essendo il presente Legal Blog diretto anche a soggetti che non hanno maturato studi specifici nel campo del Diritto, il linguaggio utilizzato, a volte, sarà volutamente "atecnico", sebbene mai superficiale. Insomma, qui sopra non si faranno disquisizioni di natura eminentemente dogmatica o dottrinaria. Non è certo un Legal Blog lo spazio adatto a svolgere questa funzione. Perciò, parafrasando il dictum di un noto e valente giurista: "Tollerate o' rigoristi, questa deviazione dalla strada maestra"! Tutta questa lunga premessa mi conduce inevitabilmente a rispondere alla seconda domanda che ho posto sopra: c'era proprio bisogno di un Legal Blog in Italia? Considerato che tale strumento, a parte pochi "pionieri" che già lo utilizzano sul web, tra gli Avvocati italiani è semisconosciuto e considerate le finalità che mi propongo di realizzare con queste pagine, la mia risposta è un deciso ed entusiastico SI !
Solo il tempo potrà dire se avevo ragione...